I Mandible, una famiglia, 2029-2047 di Lionel Shriver. Un estratto
Anno 2029. Gli Stati Uniti non sono più la guida dell’Occidente. Una nuova moneta, il bancor, si è imposto come valuta di riserva mondiale, facendo crollare il dollaro fino a renderlo carta straccia. L’intransigenza del presidente Alvarado, primo latinoamericano alla Casa Bianca, trascina il paese nell’isolamento: l’acqua diventa una risorsa sempre più rara e la vita quotidiana si trasforma a poco a poco in una lotta per la sopravvivenza. Neanche i facoltosi Mandible sfuggono al destino dei loro compatrioti.
I Mandible. Una famiglia, 2029-2047 di Lionel Shriver è una distopia brillante e spietata, vista attraverso gli occhi di una famiglia. «C’è n’è per tutti», scrive Violetta Bellocchio su Robinson, «dagli altezzosi borghesi incapaci di far quadrare i conti, all’assistente sociale che si barcamena sapendo di aver sprecato la doppia laurea».
Pubblichiamo un estratto del libro, tradotto da Emilia Benghi. Buona lettura!
Buenas noches, mis compatriotas americanos. Daré instrucciones en español inmediatamente después de esta versión en inglés. Pero esta noche, y sólo esta noche, presionen uno para inglès.
Buonasera, compatrioti americani. All’inizio di questo secolo un gruppo di terroristi extra nazionali a bordo di aerei dirottati danneggiò il Pentagono e distrusse il World Trade Center. In tempi più recenti, nel 2024, potenze straniere ostili hanno paralizzato la nostra vitale infrastruttura internet con effetti devastanti.
La guerra moderna si presenta in fogge diverse. Nell’arco della scorsa settimana, la nostra nazione è stata di nuovo bersaglio di un attacco. Non sono crollati grattacieli, i sistemi fisici e digitali da cui dipendiamo continuano a funzionare, ma l’aggressione che stiamo subendo è potenzialmente devastante quanto un attacco balistico nucleare contro le nostre città.
Il bersaglio è lo strumento stesso con cui conduciamo gli scambi economici e commerciali con gli altri paesi – il mezzo che ci consente di vedere retribuito il nostro lavoro, di pagare i debiti, di imbandire le nostre tavole e di garantire ai nostri bambini i farmaci per guarirli. Questa volta è in pericolo addirittura il nostro dollaro onnipotente.
Coordinando i loro intenti truffaldini, i paesi che si augurano il male della nostra nazione hanno contato sulla codarda acquiescenza dei nostri alleati. Negli ultimi dieci giorni si è innescato un effetto domino, mirato ad aumentare i costi di finanziamento del nostro debito pubblico, che per voi contribuenti significa intascare una quota minore dei soldi guadagnati col sudore della fronte. La nostra valuta ha subìto inoltre un sabotaggio sul mercato internazionale dei cambi. Ma i leader mondiali invidiosi del potere, del prestigio e del successo della nostra grande nazione hanno toccato i vertici del- la perfidia improvvisando il cosiddetto «bancor», una valuta artificiale, un’impostura, un mezzo di pagamento privo di storia.
Fate bene attenzione, il bancor non è pensato come un’innocua alternativa al dollaro, ma come un mezzo per sostituirlo. Con un’azione intimidatoria, analoga a una pistola puntata alla testa, siamo stati informati che le derrate agricole e le materie prime su cui basiamo il ostro sostentamento e la nostra vita quotidiana d’ora in poi saranno scambiate sui mercati internazionali in bancor. Con un ulteriore atto di arroganza e insolenza straordinarie, il ministero del Tesoro Usa è stato informato che i titoli di Stato americani in possesso degli in- vestitori stranieri devono essere rimborsati in bancor, a un tasso di cambio sfavorevole, stabilito a capriccio da un Fondo monetario internazionale canaglia. D’ora in poi, i bond americani venduti a investitori stranieri dovranno quindi essere denominati in bancor – il che equivale a una sfida alla nostra stessa sovranità nazionale. Paradossalmente gli organizzatori di questo golpe fiscale a stretto giro ne hanno subìto le conseguenze negative. Il dollaro americano è la linfa del sistema creditizio internazionale nonché il pilastro dei mercati finanziari di tutto il mondo. È per questo che abbiamo sospeso, co- me sapete, le contrattazioni sulla Borsa di New York, la settimana scorsa, per evitare perdite finanziarie repentine. Ma sulla stessa onda d’urto anche a Londra, Parigi, Berlino, Mosca e Hong Kong e sulle altre grandi piazze mondiali le Borse si sono fermate, lasciando la finanza internazionale col fiato sospeso. Come avviene da oltre cento anni in occasione di tutte le crisi, il mondo attende che l’America si muova. E questo coraggioso paese non incassa mai le offese senza reagire.
Stasera, poco prima di rivolgermi a voi, il popolo americano, ho convocato una riunione di emergenza del Congresso. I vostri rappresentanti hanno approvato quasi all’unanimità una legge in base alla quale da questo mo- mento in poi i cittadini americani detentori di bancor in patria o entro i confini del nostro sistema finanziario sono imputati di tradimento. Nell’interesse della nostra prosperità attuale oltre che futura – a tutela della nostra integrità e della nostra dignità di nazione –, ai cittadini e ai soggetti economici americani sono vietate le contrattazioni in bancor sulle Borse estere.
Per adesso, e ovviamente solo per adesso, è proibito trasferire all’estero capitali superiori a cento dollari. Si tratta di una limitazione temporanea, che avrà breve durata e sarà revocata nel momento in cui sarà ristabilito in pieno l’ordine economico.
Al pari dei conflitti militari, anche la guerra finanziaria richiede armi, e armarsi comporta sacrifici. Come abbiamo mobilitato le nostre forze e le nostre industrie per difendere la causa della libertà, durante la Seconda guerra mondiale, dobbiamo oggi mobilitare le nostre risorse per tutelare la nostra libertà. Siate certi che il peso maggiore di questo sacrificio sarà sostenuto da chi ha le spalle più larghe.
In base ai poteri conferiti al presidente dalla Legge sui poteri economici in caso di emergenza internazionale del 1977, ordino la requisizione di tutte le riserve auree detenute dai privati. Gli impianti estrattivi all’interno dei nostri confini dovranno vendere il metallo esclusivamente al Tesoro degli Stati Uniti. Allo stesso modo, le consistenze in oro, gli Etf sull’oro e i lingotti saranno trasferiti al Tesoro. Diversamente dalla nazionalizzazione dell’oro imposta da Franklin Delano Roosevelt nel 1933 per salvare il nostro paese martoriato dalla Grande Depressione, in questo caso non sarà fatta eccezione per gli orefici e i gioielli. Tutte le confische a scopo patriottico saranno compensate in base al peso del metallo, anche se non al prezzo inflazionato applicato alle consistenze in oro nella fase isterica precedente a questa emergenza. L’accaparramento non verrà tollerato. Nei casi di inosservanza sono previste sanzioni fino a 250.000 dollari. Il possesso di oro in qualsiasi forma oltre la data del 30 novembre 2029 sarà quindi considerato reato penale, punibile con una pena non inferiore a dieci anni di carcere.
Tutte le esportazioni di oro dal nostro territorio sono vietate a partire da oggi. Come ritorsione, in seguito ai tentativi da parte di agitatori esterni di indebolire il nostro tessuto nazionale, tutte le riserve auree straniere attualmente in possesso della Federal Reserve sono da oggi confiscate e diventano proprietà del governo americano. Concludendo: è in atto un complotto organizzato da potenze straniere con l’obiettivo di imporre al governo di questo illustre paese un’ipoteca intollerabile e irrealizzabile derivata dall’interesse sulle sue obbligazioni. I bond sono stati emessi in buona fede e in buona fede sarebbero stati rimborsati a scadenza, se non in circostanze straordinarie. Ma se la nostra onestà viene ripagata con malvagità e infedeltà, mantenere la parola data è solamente segno di ottusità e debolezza. Perché un accordo abbia valore deve essere rispettato da entrambe le parti. Questo grande paese non terrà fede ai suoi impegni se comportano l’autodistruzione. Una nazione concepita nella libertà non può gestire i suoi affari quotidiani in ginocchio.
Stasera, io, il ministro del Tesoro e il presidente della Federal Reserve abbiamo dichiarato l’«azzeramento» completo del debito. Allo scopo di tutelare una nazione che rispetterà i suoi obblighi futuri, siamo costretti ad accantonare quelli passati. Tutti i buoni del Tesoro, i titoli e le obbligazioni sono azzerati con effetto immediato. Molti debitori hanno versato lacrime di gratitudine per un clemente colpo di spugna, per il diritto a una seconda possibilità che i sistemi giudiziari equanimi come il nostro hanno previsto per legge a beneficio degli individui e delle imprese. Così anche il governo deve poter mettere un punto e dire: ripartiamo da zero. Procediamo quindi verso il futuro con passo più lieve, col cuore rasserenato – certi della capacità di resistenza del più grande paese della terra. Dio vi benedica. E Dio benedica gli Stati Uniti d’America. Buonanotte.
This Post Has 0 Comments