Pezzi di vetro

Poeta, saggista, romanziere e giornalista, Alain Mabanckou è nato il 24 febbraio del 1966 a Pointe-Noire, nel Congo-Brazzaville.
Quando insegnava Letteratura francofona alla Ucla, i suoi studenti lo chiamavano «Mabancool». Non a caso, a Parigi, dove viveva prima di trasferirsi in California, era un autorevole membro della Sape – la Société des Ambianceurs et des Personnes Élégantes –, oltre che un intellettuale e un artista poliedrico. Di recente, «Libération» gli ha dedicato un articolo – Alain Mabanckou, Afro engagé – che rilancia il suo appello alle giovani generazioni africane contro le dittature che affliggono il continente.
Nel 2106, Mabanckou ha ottenuto la cattedra di creazione artistica presso il prestigioso Collège de France. Un onore che si aggiunge al titolo di Cavaliere della Legion d’Onore, di cui è stato insignito nel 2010 dal presidente della Repubblica francese, e al Grand Prix de littérature Henri Gal per l’insieme della sua opera letteraria, conferitogli nel 2012 dall’Académie Française.

 

Presentato al pubblico francese da Jean-Marie G. Le Clézio, Mabanckou si è fatto conoscere con alcune raccolte di poesie (La légende de l’errance, 1995; Les arbres aussi versent des larmes, 1997; Quand le coq annoncera l’aube d’un autre jour, 1999), per poi passare alla narrativa, con Bleu Blanc Rouge (2000, Gran Premio della letteratura dell’Africa Nera) e Et Dieu seul sait comment je dors (2001), usciti entrambi per Présence africaine. Per Le Serpent à plumes ha in seguito pubblicato Les petits-fils nègres de Vercingétorix (2002) e African Psycho (2003, pubblicato nel 2016 da 66thand2nd); per Seuil Verre cassé ovvero Pezzi di vetro, probabilmente il suo capolavoro (2005, premio dei Cinque Continenti della Francofonia e Prix RFO, oltre che finalista al Man Booker International Prize, adattato più volte a teatro, uscito per 66thand2nd a gennaio 2015, con  la traduzione di Daniele Petruccioli, finalista lo stesso anno al Premio Strega Europeo), e Memorie di un porcospino (2006, vincitore del Prix Renaudot e di altri importanti riconoscimenti, in corso di pubblicazione per 66thand2nd). Ancora per Seuil ha scritto Black Bazar (2009; 66thand2nd, 2010), prima di pubblicare con Gallimard Demains j’aurai vingt ans, (2011, Domani avrò vent’anni, vincitore del premio Georges Brassens). Per Fayard, invece, è uscito nel 2007 Lettre à Jimmy, dedicato scrittore afroamericano James Baldwin, e nel 2012 Le sanglot de l’homme noir. Le sue opere sono tradotte in quindici lingue, tra cui l’inglese, lo spagnolo, l’ebraico, il coreano, il polacco, il tedesco e lo svedese.

 

 

66thand2nd pubblicherà tutta l’opera dell’autore congolese, di cui, oltre ai titoli già citati, sono usciti Le luci di Pointe-Noire, Zitto e muori e Peperoncino. Mabanckou ha anche curato l’antolgia di racconti africani sul calcio La felicità degli uomini semplici, a cui hanno contribuito, tra gli altri, Helon Habila, Florent Couao-Zotti, In Koli Jean Bofane, Mike Nicol, Noo Saro-Wiwa, Boualem Sansal…

 

mabancool

Un ritratto di Mabanckou da Jocelyn le Bachelor, il principe della Sape, à Château-Rouge