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Un complotto per far cadere il Pirata?

Sono passati oltre dieci anni dalla morte del Pirata, a cui lo scrittore e giornalista Marco Pastonesi ha dedicato il libro Pantani era un dio, «un coro di voci» per raccontare – alla maniera di George Plimpton, maestro del genere – la vita e la carriera dello scalatore di Cesenatico.

Era il 5 giugno 1999 quando un controllo dell’Uci per la salute degli atleti chiuse, a due tappe dalla fine, il Giro d’Italia di Marco Pantani, lanciato in maglia rosa verso il trionfo di Milano: ematocrito alto, 51.9, 1.9 punti sopra il limite di tolleranza, e sospensione immediata dalla corsa. Senza badare al fatto che sia la sera prima nella stanza dell’hotel Turing sia quello stesso pomeriggio, quando si ferma a Imola in un laboratorio accreditato per ripetere l’esame, il valore sia 48 – quindi entro i limiti. Le analisi incriminanti vengono effettuate utilizzando invece una provetta non scelta dal corridore, portata via nella tasca della giacca dal medico – violazioni del protocollo che avrebbero potuto invalidare il test –, una provetta forse surriscaldata, per colpa o per dolo, che secondo le ipotesi della procura avrebbe prodotto parametri anomali di piastrine non giustificabili con l’alterazione dell’ematocrito.

Dopo la riapertura dell’inchiesta sulla morte del ciclista, lo scorso agosto, si aprono nuovi scenari che chiamano in causa la criminalità organizzata, che avrebbe «incastrato» Pantani per farlo cadere e favorire vincite milionarie per chi scommetteva contro di lui (che aveva il suo secondo Giro ormai in mano…). Come scrivono oggi Matteo Pinci e Marco Mensurati sulla «Repubblica», la procura di Forlì sta indagando anche sulle rivelazioni – per la verità risalenti a diversi anni fa – del celebre ex re della mala milanese, Renato Vallanzasca, che in carcere fu avvicinato da qualcuno che gli consigliò di puntare sulla sconfitta del Pirata, poco prima dei fatti di Madonna di Campiglio.

Insomma, la vicenda di Pantani – che diceva che in salita andava forte «per abbreviare l’agonia» – non è ancora finita. Quel che è certo è che nell’ultimo mese sono emersi molti dettagli inquietanti, che sembrano screditare la verità ufficiale, quella di dieci anni fa.

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