Scrittori vs narrativa americana
«La narrativa americana è sopravvalutata». La dichiarazione di guerra alla più frequentata e celebrata fiction del pianeta è arrivata dal palco del Japuir Literature Festival, per bocca della scrittrice anglocinese Xiaolu Guo, inclusa da «Granta» tra i venti migliori romanzieri britannici di oggi. Alla tavola rotonda erano presenti anche Jonathan Franzen e Jhumpa Lahiri, che si sono uniti alle critiche della giovane collega esprimendo preoccupazione per l’omogeneizzazione della cultura globale (Franzen) e per la mancanza di traduzioni che circolano nel mercato editoriale americano (Lahiri).
Alcune statistiche elaborate nel 2007, in effetti, rivelano che solo il 2% dei libri pubblicati nel Regno Unito e negli Stati Uniti sono traduzioni, al contrario delle percentuali ben più consistenti che si registrano in altri paesi (dal 13% della Germania al 27% della Francia, fino al 70% della Slovenia).
Secondo la Guo, finalista all’Orange Prize for Fiction con il suo romanzo A Concise Chinese-English Dictionary for Lovers, il dominio della narrativa americana ha portato tutti i romanzi, anche quelli scritti in altre lingue, ad assomigliarsi, a scegliere il realismo e a concentrarsi sugli espedienti della trama: «La poesia, tuto ciò che è alternativo è stato sospinto ai margini» del mainstream letterario.
Leggi l’articolo del «Guardian» del 20 gennaio.
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