Merckx e Coppi: il più forte, il più grande
Da uno dei capitoli conclusivi di Merckx, il Figlio del tuono di Claudio Gregori, riproponiamo il confronto infinito tra i due emblemi del ciclismo mondiale. Con un omaggio a Gian Paolo Ormezzano, che oltre al termine «merckxismo» coniò per primo la doppia definizione – più forte, più grande – per uscire dall’impasse, dal dubbio.
Coppi è figlio della magia, Merckx della realtà. Chi ascolta le imprese di Coppi le vive sulla lunghezza d’onda della fantasia. Coppi vola, Merckx pedala. Coppi è l’Airone, Merckx un motore a reazione. Coppi appartiene al racconto, Merckx alla telecronaca. E il racconto, si sa, è più bello della realtà. Coppi fa sognare. Merckx fa esultare.
Ormezzano chiude così il confronto Coppi-Merckx: «Coppi il più grande, Merckx il più forte». Un responso intelligente ed elegante, che si può approfondire.
«Merckx è il più grande agonista che il ciclismo, o forse lo sport tutto intero, abbia mai conosciuto» scrive Raschi24. È così. Sull’orizzonte sportivo Merckx è un obelisco gigantesco come il Campanile Basso o il Cerro Torre. Più grande di Jim Thorpe, Nadi, Nurmi, Suzanne Lenglen e Dawn Fraser, Clay, Senna, Borg, Karelin, Valentino Rossi, Phelps. […]
Merckx non ha uguali, se non in spazi e tempi piccoli. Se ci limitiamo alla Roubaix, De Vlaeminck, Moser, Cancellara, Tom Boonen reggono il confronto, ma restano annichiliti se si passa alle corse a tappe. Girardengo vale Merckx nella Sanremo e lo batte in due Giri. Il grande Binda lo supera al Giro e pareggia ai Mondiali, ma perde nelle classiche. Anquetil gli è superiore a cronometro26, ma su tutti gli altri terreni perde. Koblet ha recitato da Merckx nel 1951, per un anno. Hinault vale Merckx nelle corse a tappe, pur con una condotta molto più speculativa, ma perde nelle corse in linea.
Un uomo solo può reggere il confronto con Merckx: Fausto Coppi. Nell’aritmetica delle vittorie prevale Merckx. Ma ai tempi di Coppi si correva molto meno. Inoltre Coppi ha perso gli anni della guerra: quindi cinque Giri, sette Tour, sette Mondiali. Se si guardano le percentuali, c’è equilibrio: Merckx ha vinto cinque Tour su sette, Coppi due su tre. Merckx ha vinto tre Roubaix su dodici, Coppi una su quattro. Merckx è migliore nella Sanremo con sette vittorie su dieci contro tre su dodici di Coppi, che lo batte nel Giro di Lombardia con cinque successi su quattordici contro due su nove. Nel complesso Merckx ha disputato tre volte più classiche di Coppi e ne ha vinte il triplo. Il rapporto è lo stesso.
Coppi ha regalato assolo più sensazionali. Ne ha compiuti dieci di oltre cento chilometri, Merckx ne ha fatto uno solo. Vero è che, in un altro ciclismo, dominato dal gioco di squadra, Merckx ha compiuto altri assolo camuffati, con il gruppo a ruota. Ma la performance più luminosa nella storia dello sport è la Cuneo-Pinerolo di Coppi.
Coppi è più forte in salita, Merckx in discesa. Merckx è più solido sul piano fisico e psicologico. Il suo motore ha più cavalli. La testa è più salda. La fragilità è una qualità sinistra di Coppi, utile però alla leggenda. Le sue ossa – tredici fratture – sono di cristallo. La sua psiche è vulnerabile. La sua classe è immensa. […]
Coppi è miglior stilista. L’eleganza lo abita. Bello in bicicletta. Si muove secondo le leggi dell’armonia. Trasforma la bici in cetra. Merckx, invece, esprime potenza. Demolisce gli avversari. Li piega. Devasta la corsa. Coppi la illumina. Merckx è Attila, Coppi l’Airone.
Merckx si lascia dietro il suono dell’aria squarciata. È rombo e furore. Lo porta il turbine. È il Figlio del tuono. Una qualità di Coppi, invece, è la levità. Lo spinge il vento. Vola nel silenzio.
Coppi ha la Dama Bianca, Merckx ha Claudine. L’adulterio e la fedeltà. La donna che seduce e la donna che aspetta. Elena e Penelope. La passione che brucia e l’amore eterno. Coppi sfida lo scandalo, Merckx ci sbatte contro a Savona.
Il declino di Merckx è violento e patetico, manifesto, anzi plateale: è il guerriero irriducibile che vuole sconfiggere il Tempo. Il declino di Coppi è sommesso, clandestino, spalmato negli anni. Coppi si lascia avvolgere a poco a poco dalle ombre del tramonto. Diventa quasi mimetico, trasparente, mentre prepara un’uscita di scena clamorosa.
Coppi ha a che fare con la tragedia, Merckx con la guerra. Il suo stesso nome è un monosillabo tagliente come l’ascia. Nelle corse Merckx è inseguito dagli avversari, Coppi dai sogni. Géminiani, compagno di Coppi e direttore sportivo di Merckx, ha detto: «Coppi ha inventato il ciclismo moderno. Merckx lo ha realizzato».