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Il destino degli eroi del football

«Scrivere è l’unica cosa che mette paura quasi quanto il football» confessava Peter Gent nella prefazione al suo romanzo, I mastini di Dallas, che racconta dall’interno la drammatica realtà dello sport più violento del pianeta.
La denuncia di Gent, ex giocatore dei Dallas Cowboys negli anni Sessanta, o meglio la sua profezia – «fatta radiografando il fegato, i reni e la colonna vertebrale dei vecchi giocatori della Nfl» – è rimasta a lungo inascoltata, ed è stata criticata in passato dagli stessi vertici della lega.
Purtroppo, il bilancio dei danni e dei problemi di salute accusati dagli ex professionisti del football americano è pesante, come rivela un articolo di Matteo Persivale sul «Corriere della Sera» (dedicato al quarterback Brett Favre, recordman di placcaggi subìti), e rischia di intaccare il fascino di questo sport proprio come è accaduto negli anni alla boxe, altra disciplina bellissima e crudele – celebrata questo mese dalla collana Attese con Il ring invisibile di Alban Lefranc, la biografia immaginaria di Cassius Clay (prima che si trasformasse in Muhammad Ali).

Leggi qui tutto l’articolo del «Corriere».

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