Ehi, Fergie, non ti ricordi di Mikey Wilson?
Esce oggi per Bompiani l’autobiografia di Alex Ferguson, La mia vita.
Il leggendario manager del Manchester United è anche uno dei co-protagonisti del romanzo Voglio la testa di Ryan Giggs, di prossima uscita per 66thand2nd, dove l’autore Rodge Glass racconta la tragicomica storia di Mikey Wilson, giovane promessa del calcio inglese (il «piccolo Ryan») che ha visto naufragare il proprio sogno a causa di un terribile infortunio. Anni dopo l’incidente, quando la sua vita è scandita solo dall’alcol e dai rituali del tifoso dei Red Devils, è proprio l’aiuto di Ferguson che Mikey invoca attraverso un’esilarante lettera, di cui anticipiamo un breve estratto.
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Ho letto il tuo libro, sai, La mia vita. Mi sembra ok, anche se hai lasciato fuori un paio di personaggi della storia dello United. (Senza fare nomi!). Però, quel che è giusto è giusto, c’è qualche pettegolezzo decente e un bel lieto fine e tutto il resto, ma il mio capitolo preferito è quello dove sei nella tua camera d’albergo a Barcellona nel 1999, dopo aver parlato alla squadra prima della finale di Champions League. Esci sul balcone, alzi gli occhi al cielo e ti domandi se alla fine sarai ricordato come un grande allenatore o solo come uno bravo. Sapevi che non potevi fare altro, se non aspettare e sperare. Per fortuna, comunque, sei nato per vincere.
Dimmi, Sir Alex, voglio sapere se in quella notte del 1999 hai pensato a qualche altra volta in cui non potevi fare granché. Da bambino a Glasgow, figlio di genitori poveri. Da giovane attaccante, proprio come me, che cerca di sfondare. Il periodo con i Rangers, quando costrinsero il loro capocannoniere ad allenarsi con la seconda squadra. Poi i bambini. Che mi dici di quando avevi il pub, il Fergie’s, e dovevi cacciare gli ubriachi, cercando di tirare avanti senza sapere se avresti mai trovato un altro lavoro nel calcio? O di quando allenavi l’East Stirlingshire, lavorando part-time per una miseria, senza soldi per comprare giocatori e senza un vero portiere? O di quando ti hanno licenziato dal St Mirren? O dei primi tempi a Aberdeen? Che mi dici del 1990 allo United, dopo quattro anni di panchina senza nemmeno un titolo, coi tifosi che volevano la tua testa? Te le ricordi queste cose, o è passato troppo tempo? Come ti sei sentito quando lo United è stato tredici partite senza vincere? Hai mai pensato ai giocatori che avevano talento e che ce l’hanno quasi fatta? A quelli che non hanno mai avuto una seconda possibilità? E a me, ci hai mai pensato? Ero il «piccolo Giggs» Wilson, l’ala che hai preso nel 1991, tutto talento e niente fortuna. Ti ricordi?
Se la risposta è sì, per favore, potresti mandarmi un po’ di soldi? Basterebbero qualche migliaio di sterline, per ora. Se non trovo presto qualcosa dovrò fare un gesto disperato, non so se ci siamo capiti. E nessuno vuole arrivare a questo, vero? Inoltre, sei pieno di soldi! Non te ne accorgeresti nemmeno! Dicono che sei un laburista, signor Ferguson, allora che ne dici di un po’ di solidarietà verso un lavoratore?
Salutami tua moglie.
Con affetto e rispetto,
Mike Wilson
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