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96 reasons for the truth

hillsoborugh

Il 15 aprile 1989, durante la semifinale di Fa Cup tra il Liverpool e il Notthingam Forest, per gestire l’eccezionale afflusso di tifosi dei Reds accorsi allo stadio di Hillsborough a Sheffield, le forze dell’ordine attuarono una serie di decisioni sciagurate che causarono la morte per schiacciamento di 96 persone (79 delle quali sotto i trent’anni).
Per ricordare il venticinquesimo anniversario della più grande tragedia dello sport inglese (e per non dimenticare mai a chi deve essere attribuita la responsabilità della sciagura) riproponiamo un passaggio tratto da Ho battuto Berlusconi!, l’irriverente monologo teatrale di John Graham Davies pubblicato nell’agosto del 2012 nella collana Attese.

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Quel pomeriggio è stato uno dei peggiori della mia vita. Ce ne stiamo lì in quel bar fetente della stazione, seduti davanti a questo televisore lercio. E di colpo vediamo novantasei persone stritolate a morte. C’è chi ordina caffè, chi chiacchiera, l’altoparlante che gracchia l’orario dei treni, e poi questo tipo delle ferrovie comincia ad attaccare bottone con una delle ragazze che lavorano lì, e Moose esplode: «Volete stare zitti, cazzo! C’è gente che sta morendo, là!». E di colpo silenzio, guardano tutti. E io penso: Cazzo, dobbiamo ringraziare le cicche e le anfetamine. Perché saremmo stati allo stadio, proprio in quel settore di Leppings Lane. E quando escono gli articoli, sono tutte menzogne.

Kenny si mette a osservare un montaggio audio e video da radio, televisioni e giornali, tra cui spicca in evidenza il primo servizio di Moira Stuart al telegiornale della sera della Bbc: «Secondo la polizia, i tifosi del Liverpool hanno forzato un tornello già rotto». Altri estratti potrebbero includere: «Gente senza biglietto ha sfondato i cancelli» (Radio 4), «Molti tifosi si accalcavano contro le ringhiere alle due e mezza» («Sheffield Star»), «L’armata di Anfield ha caricato la gradinata dietro la porta – molti erano senza biglietto» («Manchester Evening News»), «La catastrofe causata dalla passione tribale dei tifosi del Liverpool. Si sono letteralmente ammazzati da soli» («Evening Standard»). 

Da qualsiasi parte la guardi, è colpa dei tifosi. Siamo aggressivi, siamo ubriachi, non abbiamo il biglietto. E poi – questa la poteva tirare fuori solo il «Sun» – abbiamo pisciato sui nostri valorosi ragazzi in divisa blu mentre compivano il loro eroico dovere.

Appare la nota prima pagina del «Sun» col titolo: The Truth (La verità).

A vedere il «Sun», o quei fotografi che sgomitavano per avere lo scatto migliore di un bambino agonizzante, non si può fare a meno di pensare: Cosa è successo alla nostra umanità? E penso a mio padre, a quand’era giovane e pieno di spirito combattivo, e alla sua massima preferita. Era di Bill Shankly, ovviamente: «Per come lo vedo io, il socialismo è umanità. Credo che il solo modo di vivere sia che tutti lavoriamo per gli altri, e ognuno riceva una parte della ricompensa. È così che vedo il calcio, ed è così che vedo la vita». Beh, non è più così, mio caro Billy. Il modo in cui ci hanno trattati a Hillsborough… Non è più così. I giorni dei «Campioni siamo noi» sono finiti davvero e per sempre, cazzo.

Un paio di giorni dopo l’«Echo» ha pubblicato l’elenco delle vittime, in ordine alfabetico. Lo sapevo che non era morto nessuno dei miei amici, ma volevo comunque controllare. E lì, più o meno in cima, c’era il nome di Colleen. Non la vedevo da quasi due anni, e da allora non avevo pensato a lei quasi mai, ma il nome è saltato fuori dalla pagina insieme al suo volto che ride, e qualcosa mi va alla testa e mi metto a piangere. E decido: basta così. Per me finisce qui. 

Alcune note di She Drives Me Crazy (1989) dei Fine Young Cannibals, e la caricatura di Colleen già mostrata all’inizio. Kenny si sposta verso sinistra, contempla  l’immagine. Dopo diversi secondi, la musica sfuma.

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