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Qualcosa sta cambiando nella Nfl

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A leggere le 144 pagine del rapporto con cui la National Football League denuncia le violenze perpetrate negli ultimi due anni all’interno dello spogliatoio dei Miami Dolphins, sembra che le cose non siano molto cambiate dai tempi di Peter Gent e del suo I mastini di Dallas. Gli abusi, le violenze e gli episodi di nonnismo e di prevaricazione evidenziati dall’indagine voluta dal commissario di Lega Roger Goodell, e non confinabili, purtroppo, alla sola compagine di Miami, sembrano essere stati ispirati dal romanzo che negli anni Settanta, per aver descritto la degenerazione del football americano, venne bollato come «una colossale bugia». Ma Peter Gent, ex giocatore dei Dallas Cowboys, conosceva bene quali erano (e sono) le regole del gioco. Anche quando il gioco si trasforma in orrore.
Il rapporto, reso pubblico il 14 febbraio, è forse il segnale, invece, che qualcosa sta cambiando e che i vertici dell’Nfl non sono più disposti a tollerare il clima di omertà e condiscendenza di cui godono simili condotte. E fa ben sperare anche la notizia del primo coming out nella storia del più macho e sessista degli sport: qualche giorno fa Michael Sam, promettente defensive end dei Missouri Tigers in procinto di passare tra i professionisti, ha deciso di rendere pubblica la propria omosessualità scegliendo come tribuna le pagine del «New York Times» e infrangendo così in pochi secondi il totem-tabù della virilità statunitense.

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